Descrizione
«Un romanzo originalissimo, un gioiello poetico» KIRKUS REVIEWS
Long list al Women’s Prize for Fiction 2019
Long list al Republic of Consciousness Prize 2019
Long list al People’s Book Prize 2018
Nella Romania degli anni Settanta, oppressa dal regime comunista di Nicolae Ceaușescu, i giovani sposi Alina e Liviu, entrambi insegnanti, si ingegnano a incanalare come meglio possono la propria vita nelle strettoie della dittatura. Ma un giorno il fratello di Liviu fugge all’Ovest e, poco dopo, Alina si rifiuta di denunciare una sua piccola allieva per il possesso di una rivista proibita. La coppia entra così nel mirino delle forze governative, e le loro rispettive carriere, insieme al matrimonio, cominciano a sgretolarsi. Non resta che scappare dunque, anche per provare a salvare quel che resta della loro felicità.
Con una madre che non la appoggia e la Securitate determinata a distruggere le loro vite, Alina decide di rivolgersi a zia Theresa, moglie di un importante esponente del partito e depositaria di antichi e magici rituali popolari… E sarà la magia a dare una sterzata alle vite di tutti.
Sophie van Llewyn ci regala un romanzo intenso e commovente, a tratti ironico, pieno di ritmo e magia, capace di far convivere bellezza e orrore, di raccontarci la vita nella Romania comunista e allo stesso tempo di svelarci pagina dopo pagina il mondo di una donna, Alina, in cui si respira amore, incertezze, coraggio e speranza in un futuro di felicità.
STAMPA
Meraviglioso e davvero insolito. NIKKI BEDI, THE ARTS HOUR, BBC World Service
«Esordio convincente, a cavallo tra il surreale, il thriller e il realismo sociale. Se cercate intrigo, profondità psicologica e commedia nera in un libro da divorare in un’ora, be’, questo fa per voi».
Giudici del Republic of Consciousness Prize 2019
«Una novella intensa e perturbante». «Mslexia»
«La prosa è serrata, arguta, vivida e atmosferica. Ogni singola parola sulla pagina fa sentire il proprio peso.» «Litro»
«Sophie van Llewyn scrive in maniera magistrale. Un esordio impressionante, che si inserisce nella tradizione della letteratura dell’assurdo tipica della narrativa dell’Est Europa».
Jude Higgins, organizzatrice del Bath Flash Fiction Award
«La straordinaria opera d’esordio di Sophie van Llewyn è la dimostrazione che non esiste un racconto distopico spaventoso quanto quello che attinge dalla storia. Lirico, magico e intriso della realtà della Romania comunista, i cinquantuno pezzettini di Bottigliette creano un arazzo ricco e variopinto».
Christina Dalcher, linguista e autrice di Vox (in Italia uscito per Nord)
«Sophie van Llewyn ha portato la luce in un’èra che ha gettato un’ombra lunghissima su cose e persone. Bottigliette ti ipnotizza, grazie alla qualità letteraria della sua prosa, a una vivida caratterizzazione e alla meticolosa attenzione ai dettagli. La struttura a incastro si adatta alla perfezione alla storia». Joanna Campbell
«Uno sguardo dietro la cortina di ferro, in un’opera magistralmente composta da piccole scene della Romania pre-1989. Ciascun capitolo rivela qualcosa del mondo in cui vive Alina ‒ a volte delicato, a volte esasperante, a volte spaventoso. Le incertezze della vita e dell’amore, e l’insaziabile ricerca di libertà, sono ordinatamente imbottigliate in una serie di storie che ti catturano e incantano».
Michelle Elvy, editor of «Flash Frontier»
«C’è qualcosa nel modo in cui vortichiamo uno attorno all’altra la sera tardi, sussurrandoci a vicenda delle cose nell’orecchio, raccogliendo ciò che rimane del nostro banchetto. C’è qualcosa nel modo in cui sorridiamo e ci stringiamo le mani, alziamo il volume della TV e della radio, lasciamo scorrere l’acqua, disorientando gli uomini che si sono insinuati nelle nostre vite, per poter parlare e fare programmi sul nostro luminoso avvenire. C’è qualcosa nel modo in cui la speranza risale strisciando sulle nostre spalle fino a premere i suoi palmi contro i nostri occhi, facendoci sorridere pur se ignari del futuro. E siamo entrambi riluttanti a pronunciare il suo nome, per paura che possa svanire. C’è qualcosa nel modo in cui ci abbracciamo di notte, come naufraghi, come quell’estate in cui il mare ci lambiva i piedi, come quando ci siamo conosciuti. C’è qualcosa nel modo in cui diciamo lo faremo, lo faremo, lo faremo che risuona nelle nostre orecchie come una musica».
L’AUTRICE
Sophie van Llewyn è nata e cresciuta a Tulcea, nel sud-est della Romania, vicino al delta del Danubio. Al termine degli studi si è trasferita in Germania dove vive e lavora in ambito medico. Scrive in lingua inglese. Ha pubblicato articoli e racconti su varie testate e riviste, tra cui «The Guardian», «New Delta Review», «Ambit», «Litro», «New South Journal», «Banshee». Bottigliette, il suo romanzo d’esordio, è costruito come una flash fiction ed è stato candidato al Women’s Prize, al Republic of Consciousness Prize e al People’s Book Prize.