Descrizione
VINCITORE DEL GOURMAND WORLD COOKBOOK
UN PICCANTE DIARIO DI VIAGGIO GASTRONOMICO CHE È SIA COMICO SIA FAULKNERIANO, CON INTRIGHI DI CORTE E TRADIMENTI COSÌ IMPROVVISI CHE IL LIBRO AVREBBE POTUTO ANCHE INTITOLARSI IN CUCINA CON MACHIAVELLI. L’AMBIGUITÀ MORALE
[…] È ALLO STESSO TEMPO CIÒ CHE AFFASCINA E SPAVENTA DI QUESTO LIBRO. BRIVIDI.
BLOOMBERG
Viaggiando attraverso quattro continenti, dalle rovine dell’Iraq alla savana del Kenya, dal fascino sbiadito de L’Avana alle strade bombardate di Baghdad, Witold Szabłowski ha rintracciato i cuochi personali di cinque “dittatori” del XX e XXI secolo: l’iracheno Saddam Hussein, l’ugandese Idi Amin, l’albanese Enver Hoxha, il cubano Fidel Castro e il cambogiano Pol Pot. Ha ascoltato le loro storie davanti a zuppe agrodolci, pilaf di capretto, bottiglie di rum o giocando a ramino… Szabłowski racconta l’assurdità di un lavoro dove un solo errore potrebbe essere fatale, ma un piatto ben condito potrebbe rivoluzionare l’esistenza. E così facendo, solleva il velo su un mondo segreto e rivela com’era la vita nel cuore stesso del potere. Uno sguardo diverso e intrigante sulla vita sotto la tirannia.
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