Descrizione
Un grande romanzo storico ambientato tra lo splendore della corte imperiale di San Pietroburgo E il selvaggio Caucaso
Il giovane Jamalludin si ritrova così catapultato dalle sue vallate selvagge alla sfarzosa corte di San Pietroburgo dove impara il russo e viene cresciuto e educato in un mondo diverso ma pieno di opportunità .
La nostalgia di casa, il fascino dell grande capitale russa e l’amore dividono l’animo del ragazzo che si trova così bloccato tra due culture e deve cercare la propria strada, una strada che inaspettatamente lo porterà di nuovo alla periferia dell’Impero.
Romanzo storico, narrazione avventurosa, sguardo nuovo e diverso all’epoca della conquista del Caucaso e dello sfavillio della corte zarista, «Il figlio perduto» è un’opera affascinante che tratta in modo intelligente i temi eterni della guerra e della pace, del compromesso, dell’esilio e della felicità .
Un grande romanzo, accattivante e pieno di saggezza. ARD TTT
La cultura nasce dalla mescolanza; chi può ancora dubitarne quando legge Olga Grjasnowa? STUTTGARTER ZEITUNG
Non si dovrebbe parlare della Cecenia, del Daghestan e della situazione nel Caucaso in generale senza aver letto «Il figlio perduto» di Olga Grjasnowa. DIE PRESSE
OLGA GRJASNOWA
Olga Grjasnowa è nata nel 1984 a Baku, in Azerbaigian. Ha vissuto a lungo in Polonia, Russia, Israele e Turchia. Per il suo romanzo d’esordio «Tutti i russi amano le betulle» (Keller, 2015) ha ottenuto il premio Anna Seghers e il premio Klaus-Michael Kühne.
Per Keller è uscito anche il romanzo, «Dio non è timido».
L’autrice vive con la sua famiglia a Berlino.
Poche persone scrivono in tedesco in modo così sensuale e vivido come Olga Grjasnowa. DER SPIEGEL