Descrizione
«Urs Widmer trasforma il padre in un personaggio letterario indimenticabile» Martin Ebel / Tages-Anzeiger, Zurigo.
«Un successore svizzero di classe mondiale di Frisch e Dürrenmatt» Die Welt
«Uno dei migliori esponenti della letteratura svizzera» Le Monde
Un libro con le pagine bianche. Una tradizione di famiglia a cui non ci si può sottrarre: dai dodici anni al giorno della morte quel libro va scritto ogni sera e nessuno lo può leggere… Un grande romanzo sulla memoria, sui libri e la letteratura mentre l’Europa vive i cambiamenti epocali del Novecento.
Dopo “Il sifone blu” prosegue la scoperta di Urs Widmer tra i più grandi esponenti della letteratura tedesca del Novecento.
Al compimento dei dodici anni il giovane Karl riceve in dono un libro con le pagine bianche che – come vuole la tradizione di famiglia – riempirà, giorno dopo giorno, per il resto della propria vita. Nessuno potrà leggerlo, nessuno saprà cosa c’è scritto se non dopo la sua morte.
Quando questa si verifica però del libro si perdono le tracce.
Sarà il figlio, in uno straordinario esercizio di narrazione, a porre rimedio alla perdita raccontando l’esistenza del padre, regalandoci il ritratto di un uomo carismatico e passionale, dominato da un grande amore per i libri e da una profonda sensibilità per la cultura in ogni sua forma. Il suo mondo interiore si ciba di Villon, Diderot, Stendhal e di molti altri autori che colleziona e traduce, ma Karl è affascinato anche dall’esuberante energia di giovani artisti – molto diversi nello stile, uniti dagli ideali antifascisti e dalla condanna delle inquietanti ombre che affliggono l’Europa degli anni Trenta.
Il libro di mio padre è omaggio e memoria, è pacificazione di un figlio con le mancanze di un padre, è una storia d’amore, un incredibile percorso nel mondo dei libri e, tra le altre cose, un affresco delle illusioni e delusioni del XX secolo.
Urs Widmer (1938-2014), figlio del traduttore e critico letterario Walter Widmer, studiò germanistica e romanistica a Basilea, Montpellier e Parigi, conseguendo il dottorato nel 1966 con una tesi sulla letteratura tedesca del dopoguerra. Prima di dedicarsi interamente alla scrittura lavorò per brevi periodi come editor presso importanti case editrici. Oltre che scrittore fu docente universitario, traduttore (Joseph Conrad, Raymond Chandler) e autore teatrale di successo.
Le sue numerose opere sono tradotte in una trentina di lingue e fu insignito di vari premi.
Urs Widmer (1938-2014), figlio del traduttore e critico letterario Walter Widmer, studiò germanistica e romanistica a Basilea, Montpellier e Parigi, conseguendo il dottorato nel 1966 con una tesi sulla letteratura tedesca del dopoguerra. Prima di dedicarsi interamente alla scrittura lavorò per brevi periodi come editor presso importanti case editrici. Oltre che scrittore fu docente universitario, traduttore (Joseph Conrad, Raymond Chandler) e autore teatrale di successo. Le sue numerose opere sono tradotte in una trentina di lingue e fu insignito di vari premi.
Nel catalogo Keller sono presenti anche Il sifone blu e Il libro di mio padre, sempre nella traduzione di Roberta Gado.